Il nostro partner BancaStato, oltre che a sponsorizzare nel corso dell’anno numerosi eventi, si impegna a sostenere alcuni sportivi ticinesi di spicco. Tra questi c’è anche il nuotatore Noè Ponti che dall’estate 2015 fa parte della nazionale giovanile svizzera e da agosto 2017 è entrato nei quadri élite e in quello olimpico per Tokyo 2020, il suo prossimo obiettivo da raggiungere.
Noè ha un talento incredibile nella sua disciplina, che lo ha portato a confermarsi ai massimi livelli nazionali e internazionali. Il suo ultimo risultato più rilevante è stato l’oro nei 50m farfalla conquistato in luglio ai Campionati Europei Juniores di Kazan con il tempo di 23″48 stabilendo il nuovo primato assoluto svizzero.
Per saperne di più, leggete l’intervista…
Raccontaci chi sei e com’è nata la tua passione per il nuoto.
Sono un nomale ragazzo di 18 anni, nato e cresciuto a Gambarogno. Fin da piccolissimo ho avuto un feeling speciale con l’acqua, così mi sono avvicinato al nuoto attraverso i classici corsi e poi, grazie a mia sorella che ha iniziato a nuotare nella Nuoto Sport Locarno, a sei anni sono entrato a far parte di un gruppo Kids di questa società, iniziando a disputare le prime gare, dove ho subito ottenuto interessanti risultati, malgrado fossi più giovane degli altri bambini con cui gareggiavo.
Diciott’anni, studente e sportivo di livello: come fai a combaciare le cose?
Il fatto di frequentare il liceo di Locarno con la formula per sportivi d’élite (programma spalmato sui 5 anni), mi permette di avere un orario settimanale un po’ ridotto e condensato, così da potermi allenare sia il mattino presto, sia la sera non troppo tardi. Naturalmente è necessario essere organizzati (qui è importante anche l’aiuto della mia famiglia) per sfruttare al massimo il tempo a disposizione, in modo da conciliare le esigenze sportive e quelle scolastiche. Le difficoltà maggiori, alle quali sono finora riuscito comunque a fare fronte, sono legate alle numerose assenze dovute ai collegiali d’allenamento e alle gare internazionali.
Com’è strutturata una tua giornata tipo?
Durante la settimana mi alzo un po’ dopo le sei, vado ad allenarmi al Centro Sportivo di Tenero, dove mi fermo a fare colazione, per poi raggiungere il Liceo di Locano. Dopo la scuola, in pomeriggio-serata, torno ad allenarmi a Tenero. Lo studio cerco di incastonarlo nelle “ore buche”, oppure tra la fine della scuola e l’inizio dell’allenamento o, quando necessario, alla sera dopo cena. In tutto svolgo 10 allenamenti settimanali in acqua e 4 in palestra.
Raggiungere determinati risultati significa tanti sacrifici e rinunce: ci fai qualche esempio?
In realtà non vivo eventuali rinunce come dei sacrifici. È vero che a volte non posso uscire la sera, magari il venerdì o il sabato, perché devo allenarmi o perché il giorno dopo c’è una gara. Ma quello che faccio nel nuoto è la mia passione e mi porta molte soddisfazioni: il vero sacrificio sarebbe per me rinunciarvi. Il tempo per intrattenere relazioni sociali, prevalentemente (ma non solo) con i compagni del nuoto, lo trovo comunque.
Quanto è difficile far diventare uno sport da passione a professione?
Premesso che nel nuoto i professionisti sono relativamente pochi (niente a che vedere con i soldi che girano nel calcio o nell’hockey), penso che uno come me non deve avere come obiettivo principale quello di diventare professionista. Il fine da perseguire è quello di migliorarsi sempre e di porsi a mano a mano traguardi sempre più alti da raggiungere, mantenendo il piacere di fare lo sport che ti piace. Il professionismo, o il semi-professionismo, se arriva, lo raggiungi gradualmente attraverso i successi.
Tokyo 2020 si avvicina: come ti stai preparando per raggiungere i limiti di qualifica?
Le Olimpiadi di Tokyo rappresenterebbero per me un’importante tappa nella mia crescita come atleta, ma la mia presenza in Giappone, benché sia un obiettivo dichiarato e in cui credo, non è una necessità assoluta. Sto lavorando da tempo con tutto il mio team in funzione di ottenere i tempi limite per qualificarmi: da agosto 2019 a maggio 2020 dovrò impegnarmi ed allenarmi molto, affrontando anche alcune gare internazionali di alto livello, che mi siano da stimolo e che contribuiscano ad accrescere la mia esperienza agonistica.
BancaStato è un tuo sostenitore, quanto è importante il suo contributo per il raggiungimento dei tuoi obiettivi?
In questi ultimi anni, l’impegno finanziario per partecipare ai campi di allenamento all’estero e per gareggiare nei vari meeting internazionali è decisamente aumentato; per la stagione 2019-20 i costi lieviteranno ancora. Nel nuoto, almeno in Svizzera, non è semplice trovare degli sponsor e i contributi di Sporthilfe, benché preziosi, non sono sufficienti. Il sostegno di BancaStato è per me molto importante: mi aiuta concretamente a perseguire i miei obiettivi e mi gratifica anche dal punto di vista della fiducia in me stesso.
Quali consigli puoi dare ai giovani che come te che vorrebbero diventare sportivi ad alto livello?
Se da un lato ogni persona è diversa e ogni giovane deve trovare le proprie modaltà per perseguire un obiettivo, penso di poter dire che non bisogna contare unicamente sui propri talenti. Avere delle doti innate, siano esse fisiche, tecniche o mentali, può certamente aiutare, ma la condizione essenziale è quella di essere coscienti che solo attraverso il lavoro (serio, duro, costante) si possono raggiungere mete sempre più alte. Nello sport, ma penso anche nella vita, è importante rispettare sé stessi, gli avversari, chi ci sta attorno e non mollare mai, restando “affamati”, senza mai considerarsi arrivati: proibito montarsi la testa e dormire sugli allori!
BancaStato supporta attivamente società e associazioni sportive, culturali e di beneficenza del Cantone, scelte omogeneamente sul territorio: il mandato pubblico significa anche sostenere realtà preziose per la collettività.