Due chiacchiere con Filippo Rossi, corridore estremo sostenuto dal nostro partner BancaStato

Il nostro partner BancaStato, oltre che a sponsorizzare nel corso dell’anno numerosi eventi, si impegna a sostenere alcuni sportivi ticinesi di spicco. Tra questi c’è anche Filippo Rossi, grande appassionato di corsa estrema, che dal 2014 ha corso diverse ultramaratone attraverso i deserti in varie regioni del mondo.

Per saperne di più, leggete l’intervista…

Prima di tutto, raccontaci di te… chi è Filippo Rossi?

In poche parole, sono un giornalista con la passione per la corsa estrema.


Com’è nata la tua passione per la corsa?

La passione è nata con il tempo, sin dal liceo, poi messa in pratica durante gli anni universitari, durante i quali ho portato a termine le prime maratone e la prima corsa estrema nel deserto di 250km, la marathon des sables in Marocco. Da quel momento non mi sono più allontanato dalla corsa.


A che tipo di corse partecipi solitamente?

Corro nel deserto, ultramaratone.


Tra le tante avventure che hai vissuto, qual è una che ti è rimasta particolarmente impressa? Qual’è stata la corsa più estrema a cui hai partecipato?

L’esperienza più forte che ho vissuto in gara è sicuramente un episodio accaduto nel 2016 nel deserto del Gobi in Cina. Durante la tappa di 80km vi era una temperatura di 50 gradi e ho aiutato un concorrente taiwanese, Tommy Chen, a terminare la gara. La corsa più estrema invece è stata probabilmente la Grand 2 Grand, 275km nello Utah, un percorso molto sabbioso e duro.


Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro e il tuo sogno nel cassetto in questo sport?

Quest’anno dovrebbe esserci la Gobi March in Mongolia, della lunghezza di 250 km, ma ovviamente dipenderà tutto dal virus. L’anno prossimo invece parteciperò ad una corsa di 250km in Svezia, nelle nevi della Lapponia a febbraio, e poi ad una gara di 520km in Australia, la gara più dura. Obiettivo e sogno? Vincere una gara!


BancaStato è un tuo sostenitore, quanto è importante il suo contributo per il raggiungimento dei tuoi obiettivi?

BancaStato è essenziale. Senza il suo supporto non riuscirei a gareggiare. Le devo molto a livello sportivo.


Essendo comunque un grande sportivo e viaggiatore, come hai vissuto questi ultimi mesi di lockdown?

Il lockdown è stato per me un momento meno difficile del previsto. Sebbene a livello lavorativo mi abbia ostacolato nel viaggiare, sono riuscito comunque ad arrangiarmi e a creare, oltre che a concentrarmi su alcuni progetti che avevo in sospeso. Per quanto riguarda la corsa, il lockdown mi ha ridato continuità. Difatti, allenandomi a Londra, sono riuscito a mantenere un ritmo costante, ridandomi quella base solida che avevo perso con il tempo.


Spiegaci un po’ come funziona il lavoro di un giornalista freelance! Come decidi dove recarti?

Il giornalismo sta soffrendo una grande crisi e fare il freelance comporta molti sacrifici. Oltre a non essere protetto, sei anche dipendente dall’attualità. Ci sono molte storie che varrebbe la pena raccontare, forse troppe. Ma purtroppo prevale solo l’attualità che fa “notizia” sui giornali. Il reportage si perde sempre di più perché i tagli non permettono più di dedicarci troppo spazio e spero che questo possa cambiare. Per il momento, bisogna cercare di seguire questa traccia per sopravvivere. È un lavoro che sinceramente è poco rispettato. Molti colleghi hanno abbandonato perché il rischio e le ore di lavoro non sono retribuite correttamente. Io non mollo e mi batto per continuare perché è la grande passione della mia vita. Per me lavorare è un piacere e questa leggerezza fa pensare che non lavori proprio. Lo vedo come un grande pregio.